mercoledì 16 maggio 2012

Da oggi i notiziari di Ondemigranti sono disponibili anche sul canale youtube


 NOTIZIARIO IN ARABO

 NOTIZIARIO IN ALBANESE

 NOTIZIARIO IN SPAGNOLO


DA OGGI 15 MAGGIO 2012, OGNI SETTIMANA SUL CANALE YOUTUBE DI ONDEMIGRANTI POTRETE RIASCOLTARE I NOTIZIARI IN LINGUA DELLA SETTIMANA



giovedì 10 maggio 2012

Immigrati cittadini: vogliamo votare!


La ricerca europea "Immigrant Citizen Survey"
mostra che gli immigrati vogliono poter votare
ed esprimere il proprio giudizio.

In tempi di crisi il loro contributo è due volte importante:
perché è giusto e perché è opportuno.





In questi giorni nel Comune di Terni si sta consumando un dibattito contro tendenza: infatti, mentre i nuovi cittadini privi di diritti politici crescono e acquistano consapevolezza, nel Consiglio comunale della città umbra è in corso un dibattito su come concedere (o meglio contenere) la partecipazione in un organismo - la Consulta comunale sull'immigrazione - che sulla carta non ha alcun potere.


Ma cosa pensano gli immigrati che vivono in Italia e in Europa?



Ce lo dice una ricerca condotta su scala europea, denominata Immigrant Citizens Survey (ICS), che proprio in questi giorni sta pubblicando i primi risultati e che ha chiesto ai migranti di esprimere il proprio parere a partire da questioni legate alla vita quotidiana, quindi di stabilire quali bisogni siano prioritari rispetto all'intervento pubblico.


La ricerca, promossa dalla King Baudouin Foundation, dalla Oak Foundation e dalla Calouste Gulbenkian Foundation, co-finanziata dalla Commissione Europee a condotta con da 19 organizzazioni partner, tra cui la Fondazione Ismu e la ReteG2 – Seconde Generazioni, ha coinvolto i cittadini immigrati di 15 città in sette Paesi differenti: Belgio, Francia, Germania, Ungheria, Italia, Portogallo e Spagna. 

Il primo dato rilevate è che 3/4 degli immigrati europei sono o desiderano diventare cittadini nel loro Paese di residenza, poiché ciò potrebbe contribuire a farli sentire più stabili, a ottenere un lavoro migliore e a facilitare l'accesso all'istruzione. Complessivamente il livello di soddisfazione nei confronti della propria vita quotidiana nelle città italiane si attesta poco sopra la sufficienza (6.5/10), quindi in linea con il giudizio in genere espresso dalla popolazione autoctona.

In merito alla partecipazione civica e politica, come afferma Mohamed Tailmoun, portavoce della Rete G2, "i risultati mostrano chiaramente che c'è un desiderio di cittadinanza e di partecipazione da parte degli immigrati e dei loro figli, di cui la classe politica, specialmente in questa fase di crisi del vecchio continente, deve tenere conto". Dello stesso parere il Prof. Blangiardo della Fondazione ISMU, che sostiene la necessità di aggiornare il piano normativo e culturale del vecchio continente. 

Nel dettaglio, infatti, la maggior parte degli intervistati (quasi l'80%) si dichiara pronta a votare e, in Italia, emerge una maggiore propensione alla vita politica e civica dei cittadini immigrati rispetto agli altri Paesi, poiché il livello di adesione ai partiti è identico a quello degli italiani e il 14,6% è iscritto ad associazioni (contro il 5,5% dei cittadini autoctoni). 

In altre parole i cittadini immigrati sono più pronti di quanto il ceto politico nazionale e locale possa immaginare.

venerdì 4 maggio 2012

L'Italia sono anch'io...ma non posso votare!

Le elezioni amministrative sono alle porte, 
ma molti non possono votare.


Il 6 e il 7 maggio 2012 ci saranno le elezioni amministrative. Sappiamo che in democrazia non conta solo il diritto di voto; democrazia è anche sinonimo di diritti, di uguaglianza e di libertà. Ma come chiamare un paese dove di anno in anno, di elezione in elezione aumenta il numero delle persone cresciute in Italia, ma che sono private del diritto al voto?
Il tema del suffragio universale torna d'attualità, sebbene si tratti di elezioni locali e, in tempi di tagli drastici e di recessione, il potere delle amministrazioni comunali siano davvero limitati. Il problema, però, non è quello sull'utilità del voto o meno, che ogni elettore dovrebbe valutare indipendentemente. Il problema è che c'è una parte importante di giovani e meno giovani che vorrebbero votare, ma non possono. Sono un pezzo d'Italia, ma sono considerati stranieri.
Per questo serve una riforma della legge sulla cittadinanza e sulla partecipazione politica locale. Il Comitato nazionale della Campagna "L'Italia sono anch'io" denuncia che circa il 5% (con punte del 15%) della popolazione residente nei Comuni non può votare, venendo di fatto esclusi materialmente e simbolicamente dalla possibilità di decidere cosa fare sul proprio territorio.
Ci sono candidati di origine straniera, ma sono davvero pochi. Eppure avrebbero modo di dare un aiuto importante all'integrazione e allo sviluppo di politiche innovative; in particolare le seconde generazioni, che più di altri subiscono questa democrazia limitata.
Per denunciare questa ingiustizia, il Comitato "L’Italia sono anch’io" distribuirà nei prossimi giorni un adesivo con la frase: "Io non posso votare". L'obiettivo dell'iniziativa, alla quale aderiamo, è quello di avere una nuova legge sulla cittadinanza e sulla partecipazione politica, che è stata firmata da oltre centomila elettori e che, per ora, giace in Parlamento.

sabato 21 aprile 2012

Via libera al lavoro stagionale

Il decreto flussi per lavoro stagionale 
è stato finalmente pubblicato nella Gazzetta Ufficiale


Dalla mattina del 21 aprile è possibile inviare le domande di assunzione per i lavoratori non comunitari, da impiegare nel lavoro stagionale.

Ricordiamo che:
  • la domande vanno compilate e inviate attraverso il sito nullaostalavoro.interno.it;
  • che per richiedere il nulla osta al lavoro stagionale si deve usare il modello C;
  • che le domande vanno inviate a cura di chi assume;
  • che i cittadini stranieri di paesi comunitari devono essere cittadini di uno dei seguenti paesi: Albania, Algeria, Bangladesh, Bosnia Herzegovina, Croazia, Egitto, Repubblica delle Filippine, Gambia, Ghana, India, Kosovo, Repubblica ex Jugoslavia di Macedonia, Marocco, Moldavia, Montenegro, Niger, Nigeria, Pakistan, Senegal, Serbia, Sri Lanka, Ucraina, Tunisia.
  • che, solo in alcuni casi e in assenza di risposta da parte, trascorsi 20 giorni dall'invio della domanda, questa va considerata accettata d'ufficio. 
Per maggiori informazioni, vai alla pagina seguente >