domenica 10 febbraio 2013

Scuola e Migrazioni








La ricerca del MIUR “Alunni con cittadinanza. Scuole statali e non statali – A.s. 2010/2011” offre alcuni dati importanti per capire la presenza di bambini e bambine stranieri nelle scuole. Sono 711.046 gli alunni con cittadinanza non italiana e rappresentano il 7,9% del totale degli alunni presenti nelle scuole, di questi 254.644 sono iscritti alla scuola primaria. La regione italiana con più alunni stranieri è la Lombardia (24,3%) e la regione con l'incidenza più alta è l'Emilia Romagna (14%). La maggior parte degli iscritti frequenta la scuola primaria sono cittadini rumeni, seguiti dagli albanesi e marocchini. Aumentano gli alunni con cittadinanza non italiana nati in Italia. In Umbria sono 7.662 gli studenti nati in Italia con cittadinanza non italiana, su un totale di 16.282, di cui 3.470 presenti nella provincia di Terni e 13.680 nella provincia di Perugia.
Durante la trasmissione abbiamo avuto modo di ascoltare l'esperienza di Gina Dumitriu, presidente dell'Ass. Fiore Blu di Terni. Dall'intervista che ci ha rilasciato emerge come gli stranieri, presenti nella nostra città, si trovano di fronte alla difficile scelta di ritornare nel proprio paese d'origine a causa della crisi economica che sta attraversando il nostro paese. Questo rientro “forzato” genera un incremento dell'abbandono scolastico dei figli inseriti nella scuola italiana, costretti a seguire il percorso migratorio, di ritorno, della propria famiglia. Il principale problema che ci ha sottolineato Gina Dumitriu è il reinserimento nella scuola del paese d'origine, infatti spesso bambini e bambine cresciuti in Italia perdono il contatto con la cultura e sopratutto con lingua dei genitori. Bambini che sono cresciuti imparando la lingua italiana si ritrovano così a dover ripercorrere il percorso di apprendimento della lingua del paese d'origine. La maggior parte delle famiglie migranti pensano all'Italia o al paese di immigrazione come soluzione definitiva, trovandosi in difficoltà nel caso si un rientro. Gina Dimitriu propone un modello di “scuola europea” che permetta di studiare, come seconda lingua, la lingua del paese di origine.
Le scuole europee sono caratterizzate da un programma comune frutto dei programmi scolastici nazionali dei 27 paesi membri e da un insegnamento delle lingue particolarmente avanzato. Le scuole ospitano diverse sezioni linguistiche nelle quali si mescolano diverse culture portando così gli allievi a sviluppare una profonda apertura nei confronti della diversità.