domenica 1 luglio 2012

Attesa occupazione. Ora il permesso dura un anno



Il permesso per attesa occupazione
allungato fino ad un anno


Il Parlamento ha finalmente approvato una norma che da più tempo ai migranti
che hanno perso il lavoro e che non riescono a trovarlo.





All'interno della tanto discussa legge che prevede una sostanziale modifica della regolamentazione del mercato del lavoro e che introduce ulteriori elementi di precarietà, c'è una modifica importante che, tuttavia, poteva anche essere regolamentata senza il lungo passaggio parlamentare. 


Il Parlamento ha finalmente riconoscimento la maggiore vulnerabilità dei migranti disoccupati, infatti il permesso di soggiorno che si chiamerà di "attesa occupazione" durerà un anno, quindi sei mesi in più rispetto a quanto previsto in passato. Inoltre viene riconosciuto il diritto al prolungamento del permesso, se - come da noi sostenuto più volte - il migrante beneficia di prestazioni di sostegno al reddito (indennità, etc.) o di misure a favore del reinserimento nel mondo del lavoro (corsi di formazione, work experience, etc.). 

Viene quindi modificato l'Art. 22 comma 11 del Testo Unico sull'Immigrazione (D.Lgs. 286/98), sostituendo le parole “per un periodo non inferiore a sei mesi” con le seguenti: “per un periodo non inferiore ad un anno ovvero per tutto il periodo di durata della prestazione di sostegno al reddito percepita dal lavoratore straniero, qualora superiore. Decorso il termine di cui al periodo precedente, trovano applicazione i requisiti reddituali di cui all’articolo 29, comma 3, lettera b)”.

Le altre importanti modifiche del sistema che regola i rapporti di lavoro e che riguardano anche i lavoratori migranti sono sul licenziamento e sugli ammortizzatori sociali. Prima della modifica dell’articolo 18, il lavoratore che veniva licenziato per giusta causa, doveva essere reintegrato in azienda a seguito anche di un indennizzo economico; oggi, invece, solo in caso di licenziamento per motivi discriminatori c’è il reintegro, mentre negli altri casi sarà il giudice a decidere tra reintegro o risarcimento. Per quanto riguarda invece gli ammortizzatori sociali, come l’indennità di mobilità, l’assegno di disoccupazione, gli incentivi alla mobilità, ecc.. saranno sostituiti a partire dal 2017 da un nuovo ammortizzatore, l'Aspi (Assicurazione sociale per l'impiego).