La ricerca del MIUR
“Alunni con cittadinanza. Scuole statali e non statali – A.s.
2010/2011” offre alcuni dati importanti per capire la presenza
di bambini e bambine stranieri nelle scuole. Sono 711.046 gli alunni
con cittadinanza non italiana e rappresentano il 7,9% del totale
degli alunni presenti nelle scuole, di questi 254.644 sono iscritti
alla scuola primaria. La regione italiana con più alunni stranieri è
la Lombardia (24,3%) e la regione con l'incidenza più alta è
l'Emilia Romagna (14%). La maggior parte degli iscritti frequenta la
scuola primaria sono cittadini rumeni, seguiti dagli albanesi e
marocchini. Aumentano gli alunni con cittadinanza non italiana nati
in Italia. In Umbria sono 7.662 gli studenti nati in Italia con
cittadinanza non italiana, su un totale di 16.282, di cui 3.470
presenti nella provincia di Terni e 13.680 nella provincia di
Perugia.
Durante la trasmissione
abbiamo avuto modo di ascoltare l'esperienza di Gina Dumitriu,
presidente dell'Ass. Fiore Blu di Terni. Dall'intervista che ci ha
rilasciato emerge come gli stranieri, presenti nella nostra città,
si trovano di fronte alla difficile scelta di ritornare nel proprio
paese d'origine a causa della crisi economica che sta attraversando
il nostro paese. Questo rientro “forzato” genera un incremento
dell'abbandono scolastico dei figli inseriti nella scuola italiana,
costretti a seguire il percorso migratorio, di ritorno, della propria
famiglia. Il principale problema che ci ha sottolineato Gina Dumitriu
è il reinserimento nella scuola del paese d'origine, infatti spesso
bambini e bambine cresciuti in Italia perdono il contatto con la
cultura e sopratutto con lingua dei genitori. Bambini che sono
cresciuti imparando la lingua italiana si ritrovano così a dover
ripercorrere il percorso di apprendimento della lingua del paese
d'origine. La maggior parte delle famiglie migranti pensano
all'Italia o al paese di immigrazione come soluzione definitiva,
trovandosi in difficoltà nel caso si un rientro. Gina Dimitriu
propone un modello di “scuola europea” che permetta di studiare,
come seconda lingua, la lingua del paese di origine.
Le
scuole europee sono caratterizzate
da un programma comune frutto dei programmi scolastici nazionali dei
27 paesi membri e da un insegnamento delle lingue particolarmente
avanzato. Le scuole ospitano diverse sezioni linguistiche nelle
quali si mescolano diverse culture portando così gli allievi a
sviluppare una profonda apertura nei confronti della diversità.